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Mi chiamo Osvaldo, ingegnere di 40 anni, alto circa 1 metro e 85, fisico atletico e tonico grazie alle numerose ore di tennis e nuoto in cui mi sono cimentato sin dalla tenera età, un discreto charme. Sono il titolare di un piccolo studio di progettazione e di un’impresa di costruzioni che si occupa prevalentemente di ristrutturazioni di antiche dimore e manieri. Non avete idea della mole di lavoro che mi viene commissionata ogni anno su tutto il territorio nazionale poiché gli immobili in questione sono soggetti (ahimè) all’usura del tempo e quindi necessitano di continui interventi. Ma lo stimolo non manca grazie alla mia deliziosa moglie Carla, 38 anni, casalinga premurosa, servizievole, ottima mamma ed insuperabile cuoca. Alta circa 1 metro e 80, capello nero liscio lungo, ha un fisico abbastanza asciutto, una terza di seno leggermente cadente, due capezzoli ingrossatisi durante l’allattamento ed ora protuberanze significative sui seni, culo lievemente tondeggiante ed una passera pelosa da sbavarci sopra. Forse a letto è un po’, diciamo, priva di fantasia, al di là delle posizioni tradizionali e di qualche variante infatti non osa avventurarsi, ma è sempre sorridente e geme che è un piacere, per cui mi accontento. Chi mi consola in modo alternativo è la mia segreteria Cristina, 23enne morettina tutta pepe, scelta appositamente per il suo bell’aspetto e perché fin dal giorno del colloquio ho capito che avrei solo porno film italiani potuto approfondire il rapporto oltre il mero lato professionale. Amo mia moglie, ma ho pur voglia di un sesso più piccante. La storia con la collaboratrice nacque così. Una sera, dopo circa 6 mesi che Cristina lavorava nel mio studio, la invitai a cena. La serata scorse via tranquilla, lei vestiva in modo provocante, il piccolo seno spinto all’insù da un push up miracoloso con ampia scollatura, una magliettina nera con un gran cuore nel mezzo disegnato da minuscole paillette, una gonnellina scura ma molto sbarazzina sopra il ginocchio dal contorno ondulato, scarpe col tacco deciso aperte sul davanti, mascara e rossetto. Il suo dolce viso, il capello a caschetto, l’abbigliamento succinto, insomma l’attrazione verso il suo fisico mi provocò un’erezione non indifferente nelle parti basse, complice anche le due bottiglie di vino scolate (più da me che dall’ospite, che comunque ci diede dentro). In quel momento la desideravo come non mai. Mi parlava della sua vita ma a me interessava il suo corpo, la assecondavo nei discorsi con sorrisetti e brevi cenni di assenso, poi lei mi disse d’improvviso “…Sai preferisco gli uomini un po’ più maturi che i ragazzetti della mia età, mi rendono più sicura, mi stimolano intellettualmente e….”, il suo piedino intanto si era insinuato sulla mia patta strusciandomela. Chiesi il conto. Una decina di minuti dopo ci stavamo baciando in macchina, imboscati nella campagna circostante la città. Le mie mani frugavano sotto la sua gonna, la sentivo umida, le mutandine erano ripiene dei suoi umori, mi abbassai per leccarle ogni centimetro del suo sesso, prima baciando l’intimo, poi scostandolo ed infilando la lingua nella sua fresca e profumata ghianda. Sentivo il morbido pelo accarezzarmi il volto, la baciavo e succhiavo lì nel mezzo, accompagnavo i movimenti con un ditalino lento e profondo. Cristina mi accarezzava i capelli e mi spingeva a sé, divaricando più che poteva le cosce, mentre mugolava “Mmmm…si…dai Osvaldo...continua…insegnami come si fa a godere…”. Mi ero aperto i pantaloni perché ormai il cazzo esplodeva, la cappella era già bagnata, avrei potuto venire in men che non si dica, sennonché lei mi allontanò, si sfilò le mutandine infilandomele in bocca “Annusale e saziati…mentre io ti mostro quanto sono brava da sola…”. Me le passai sotto le narici, le leccai avidamente avvolgendole poi attorno all’uccello mentre mi segavo. Lei era un fuoco, muoveva le sue affusolate dita sul grilletto e lungo la fessurina, i peletti risplendevano del suo sapore, le labbra fini e rosate si schiudevano delicatamente. Nel frattempo si alzò anche la maglietta e slacciandosi il reggiseno si dedicò all’autopalpazione della sua tettina destra. Un paio di volte mi abbassai per succhiargliela con delicatezza, il capezzolino quasi invisibile si perdeva nelle mie labbra. In uno di questi momenti Cristina venne e mi strinse dimenandosi per l’orgasmo raggiunto, quindi mi fece distendere sul sedile ed iniziò a segarmi lentamente la mazza con ancora le mutandine avvolte. “Sborraci dentro Osvaldo, dai che poi le me rimetto così…voglio essere bagnata del tuo seme stanotte”. Quella frase mi fece raggiungere il culmine del piacere, un caldo liquido invase gli slip rendendoli fradici e fuoriuscendo ovunque. Lei se li riprese e li indossò, ero praticamente in estasi. Il tempo passò ed ancora oggi a distanza di anni da quella sera sesso tra animali manteniamo una relazione meravigliosa e peccaminosa. Devo dire che mi districo molto bene tra affetti e sentimenti per entrambe le donne, la famiglia non viene per nulla trascurata né tanto meno i momenti di sport o quelli di passione extraconiugale, un mix in perfetta gestione. Ad ogni modo, stamattina Carla mi ha avvisato in uscita che sarebbe arrivato l’idraulico per un guasto al rubinetto della cucina, le dissi va bene, fammi sapere. Aprendo la porta per un pelo non calpestavo Anacleto, il nostro gatto siamese, che veloce come il lampo si era rifugiato sulla sedia vicino ai fornelli. Sono le 17.00, ho appena finito di ricevere tre clienti e sono veramente stanco, chiamo Cristina, che arriva subito a farmi un massaggio alle spalle. Le sue morbide mani mi smuovono la tensione dalle scapole e spalle, poi aprono i bottoni della camicia e esplorano il petto villoso fino all’ombelico. Cristina ora si posa in ginocchio di fronte a me e guardandomi fissa negli occhi mi apre la cerniera ed estrae l’arnese ancora mollo. Se lo lavora con le labbra lasciando un po’ di rossetto sul prepuzio, poi la cappella si erge fiera e tondeggiante prima di scomparir nuovamente nella sua bocca. Squilla il telefono, sul display compare il nome “Carla” lampeggiante. Rispondo con tranquillità, ma non sento la voce di mia moglie…bensì i suoi tipici gemiti quando scopiamo. “Mmmm…dai…così…ancora…tappami la perdita tra le mie gambe…mmm.. continua… siiii….”. Cristina si ferma e sorride, io pure, ma resto in silenzio ad ascoltare. Mi eccita la situazione, faccio cenno alla segreteria di continuare e lei torna a dedicarsi alla sua “attività”. Questo colpo di scena su mia moglie ha aperto nuove e intriganti prospettive, quand’ecco che odo “..Dai Pietro…fottimi…fottimi…che cazzo possente che hai…è più grosso di quello di mio marito, sant’iddio mi sfondi…siii…si….godo..godo..vengoooo…mmm…sborrami in figa…vieni dentro di me…”ed il grugnito maschile mi conferma che anche l’idraulico ha appena scaricato le palle dentro la figa di Carla. In quell’istante la mia eccitazione è salita talmente alle stelle che senza alcun ritegno inondo la gola di Cristina di sperma, tanto da farla sussultare ed aprir la bocca per respirare, facendo così colare parte della sborra sulla sua giacca e pantaloni. Termino la chiamata. Alle 18.00, dopo aver aiutato la povera Cristina a ripulirsi un attimo, di corsa esco e mi reco dal fioraio ad acquistare uno splendido mazzo di fiori con biglietto per la cara mogliettina. Arrivato a casa lei mi accoglie come sempre calorosamente, le consegno le rose. Mi guarda un po’ stupita poi legge il bigliettino “Oggi mi ha i fatto godere come non mai, grazie di avermi reso cornuto. Ti amo da impazzire, Tuo Osvaldo. Mi osserva con volto stravolto, ma io la prendo e la bacio calorosamente ed in preda ad un vampata di ardore la posiziono a 90° sul tavolo della cucina. Le abbasso i pantaloni della tuta e le mutandine, tiro fuori il mio bastone e senza darle tempo per pensare la impalo da dietro. Le sussurro” Ti è piaciuto scopare l’idraulico e farmi cornuto vero, troia? Mmm..sii…dai dimmelo che mi eccito…”. “Mmm..siiii Osvaldo…si…. ha un cazzo divino e voglio fottermelo ancora…mmm…scopami dai…così…mmm..”. Vengo dentro di lei “Ahhhh..mmm..sii..la prossima volta però fatti riempire da tutti e due prima di lavarti….voglio sentire anche il suo sapore…mmm…siii..” Carla è talmente presa dall’amplesso e dall’evolversi degli avvenimenti che le basta sfiorarsi tre o quattro volte il clitoride per venire a sua volta. Una volta risistemati arrivano i pargoli dal parco giochi per cui il discorso cade. A notte inoltrata nel letto torniamo a parlarne. “Ma caro come hai fatto a scoprirlo?”, ed io “Mi hai chiamato tu, no? Ho sentito tutto per telefono”. Lei riprende “No, io di certo no”. “Ma come no? e chi è stato allora” la incalzo. Sentiamo un lieve miagolio dal piano inferiore e incrociamo contemporaneamente gli sguardi. Esclamo “Cazzo…vuoi vedere che è stato Anacleto a provocar il tutto con un balzo felino dalla sedia al lavandino dove era appoggiato il cellulare” e scoppiamo a ridere entrambi. Da quel giorno il nostro rapporto è divenuto ancor più solido e soddisfacente sotto l’aspetto del sesso. Infatti a seguito della visita dell’idraulico vi è stata quella dell’elettricista, di un ragazzo che vendeva servizi per una compagnia telefonica e tanti altri, tutti rigorosamente soddisfatti di essersi montati quella vacca di mia moglie. Ho sempre origliato per telefono tutti gli incontri e la conseguenza è stata che anche le trombate con Cristina sono migliorate molto…
Eh si è proprio vero quello che diceva Leonardo Da Vinci “Anche il più piccolo felino è un capolavoro”… e tu di certo lo sei Anacleto vecchia canaglia… grazie di tutto…
Le storie continuano nei racconti maliziosi e passionali in versione ebook di Pure Desire.
I racconti sono frutto di fantasia, ogni riferimento a persone, cose o luoghi è puramente casuale.

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